ll divano dell’ex: rifoderarlo o lasciarlo andare? Guida di interior design post-rottura
- idelisa studio

- 15 set
- Tempo di lettura: 3 min
Il divano come contenitore di ricordi

Era un divano Chesterfield verde oliva.
Iconico, imponente, ma stanco, vecchio ... proprio come certi uomini convinti di essere ancora irresistibili dopo decenni.
Un grande divano appartenuto a un piccolo uomo, collezionista di storie discutibili. Una delle sue più note? Raccontata con orgoglio durante un pranzo condito più di Ego che di sale.
La tipica relazione da discount piena di minacce, pianti e tradimenti diventato protagonista di frasi come:
“Vorrei farlo benedire. C’è qualcosa di tossico in questo divano.” E lo ha fatto davvero!
Poi lo ha rifoderato, coprendo sopra un nuovo strato di ego e narcisismo.
Una finitura in finta pelle NABUK: invecchiata, proprio come le sue illusioni.
Il divano dell' ex come contenitore di ricordi
Non tutti i mobili hanno un passato. Alcuni hanno un passato che ti perseguita.
Il divano, più di ogni altro pezzo d’arredo, è un contenitore di ricordi: alcuni belli, altri brutti, altri messi alla mercé di tutti.
Sul divano si controlla il cellulare del malessere, si scoprono altarini, si piange e stupidamente si perdona.
E soprattutto, ci si adagia emotivamente, quando non hai più alternative.
Ma il trucco dell’interior design (e della vita) è scegliere un oggetto che rappresenti chi sei adesso, non chi eri mentre accettavi il minimo sindacale dell’amore.
Divani scuri: quando l’arredo riflette l’anima
Chi sceglie un divano in pelle scura spesso nasconde più di un semplice gusto estetico.
Questi mobili possono tradire:
il desiderio di occultare lo sporco interiore;
il bisogno di controllo dello spazio e delle emozioni;
un narcisismo camuffato e nascosto da colori forti e oggetti ridondanti.
Il risultato? Un arredamento che comunica:
“Benvenuto, ma non troppo. Meglio se resti poco, o addirittura, in un altra casa.”
Rifoderare o lasciar andare: cosa racconta il tuo divano
Rifoderare un divano può sembrare una rinascita: nuova stoffa, nuovi colori, tessuti eleganti.
Ma attenzione: cambiare la superficie cambia la facciata, non il contenuto!
Il Lupo ha perso il pelo già da tempo, ma il vizio resta, e così anche il divano. Restano le pieghe della pelle, i segreti sussurrati e le memorie delle notti passate a spiare, anche sotto una nuova fodera.
E se invece lo buttassi?
A volte il vero gesto liberatorio non è rinnovare, ma lasciare andare.
Liberarsi del divano dell’ex può significare:
recuperare spazio fisico ed emotivo,
smettere di farsi del male
scegliere un oggetto che rappresenta chi sei adesso, non chi eri mentre accettavi il minimo sindacale dell’amore.
Riflessione finale: arredare il futuro
Lasciare andare un divano dell’ex non è un gesto di rabbia o vendetta, ma una scelta consapevole di arredare lo spazio in modo coerente con chi si è oggi.
Un nuovo divano, morbido, chiaro e accogliente, rappresenta non solo un cambio estetico, ma anche un simbolo di apertura verso nuove esperienze e nuove storie.
L’ interior design non è solo questione di bellezza: è anche terapia degli spazi e delle emozioni.
Ogni scelta d’arredo comunica chi siamo e chi desideriamo diventare, trasformando l’ambiente in un riflesso del presente e del futuro.
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